Relazione su Ludwig van Beethoven
di Alessandra Festa (3D 2011/2012)
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Ludwig van Beethoven nasce a dicembre del 1770 a Bonn, in Germania, da una famiglia di musicisti: il padre, infatti, è tenore nella cappella di corte, e insegna al piccolo Ludwig a suonare pianoforte e violino. Nonostante sia evidente il suo talento artistico, il padre è intransigente, e lo rimprovera quando lo vede improvvisare.
Per Ludwig, invece, che è un ragazzino timido, solitario e introverso, la musica è l’unico modo per esprimere la sua grande fantasia.
A nove anni incontra il suo primo vero e proprio insegnante di composizione, Christian Gottlob Neefe, che sarà il suo primo vero insegnante di composizione, lo porta a conoscenza del Clavicembalo ben temperato di Bach e, accorgendosi delle qualità di Beethoven, nel 1782 gli cede il suo incarico come maestro di clavicembalo e direttore d’orchestra a corte.
Nel 1787 Beethoven conosce Mozart durante una breve visita a Vienna, e nel 1792 vi si trasferisce per prendere lezioni da Haydn. E’ apprezzato sia come pianista che come compositore per la sua capacità di suonare sia in modo elegante e raffinato, sia in modo vigoroso e irruente, capacità che rende la sua musica sempre molto espressiva e ispirata.
Si dedica principalmente al pianoforte, e compone anche sonate per pianoforte destinate ai dilettanti, che gli fanno guadagnare bene: nel 1795 Beethoven è il musicista viennese più conteso dagli editori.
A Vienna Beethoven gode dell’ammirazione del pubblico e della protezione dell’alta aristocrazia, come per esempio da prìncipi, di cui il più importante sarà Karl Lichnowsky, che lo ospiterà nel suo palazzo trattandolo come un figlio. Il palazzo è anche il luogo dove si ritrovano compositori, strumentisti, appassionati di musica e sede di concerti, ed è qui che Beethoven si esibisce le prime volte.
Sonata Op. 27 n. 2 – Al chiaro di luna (1801)
Fra il 1802 e il 1804 nasce la Terza Sinfonia, l’ Eroica, con il nome di Bonaparte, poichè era dedicata al generale Napoleone. Ma quando nel 1804 Napoleone si proclama imperatore, Beethoven straccia la prima pagina della partitura e la riscrive con il nuovo titolo di Eroica, appunto, e la dedica ad un suo amico, il principe Lobkowitz.
Nel 1796, però, purtroppo Beethoven comincia ad accusare i sintomi della terribile malattia all’orecchio che gli causerà dolore e la perdita progressiva dell’udito, ed è per questo che Beethoven smetterà di suonare e si dedicherà completamente alla composizione. Ma, proprio in questo periodo in cui il destino sembra esserglisi parato così avverso, lui riesce a mettere alla prova il suo carattere e ne più rafforzato e determinato. Nonostante le sue sofferenze, è fermamente convinto a voler lottare contro il destino che gli è avverso, e questa concezione eroica si può ritrovare nelle sue sinfonie.
E’ proprio grazie a Beethoven che, in questo periodo, la sinfonia i afferma come la forma musicale per eccellenza, a cui sono affidati messaggi alti e ideali importanti. Per le sue caratteristiche, inoltre, la musica di Beethoven anticipa molti elementi del Romanticismo, perciò non da tutti è considerato facente parte del Classicismo.
Beethoven, seppur apprezzato dai borghesi e richiesto ospite delle corti nobiliari, non compone su richiesta o per celebrare occasioni, ma per esprimere e comunicare i propri sentimenti. E’ un artista indipendente e non ossequioso nei confronti delle famiglie che lo ospitano, perché è consapevole della grandezza delle sue opere e ne comprende il reale valore.
Siccome partecipa agli avvenimenti del suo tempo, prendendo spesso posizione, la sua musica ne risente: passa da energica ed esuberante a tenera e delicata.
Il suo modo di lavorare è nell’ottica che tutto si possa migliorare, che si possano superare i limiti e che bisogna avere fiducia nel futuro, infatti sottopone i suoi componimenti a numerose modifiche e perfezionamenti, la loro creazione è lenta e sofferta e soggetta a mille ripensamenti. Spesso si ispira alla natura, nella quale, soprattutto con il progredire della sua malattia, si rifugia. E’ di questo periodo la composizione della Sesta sinfonia, la Sinfonia Pastorale, o ricordi della vita campestre.
Gli ultimi anni della sua vita, completamente sordo, Beethoven vive in solitudine, componendo le ultime sonate per pianoforte e i quartetti per archi.
Nel 1824 viene pubblicata la Nona Sinfonia, che nasce dalla sua volontà di maggior giustizia sociale, e dalla speranza nella solidarietà fra gli uomini. Del 4° movimento della Nona fa parte l’esecuzione vocale e strumentale dell’Inno alla Gioia di Schiller, e l’impiego del coro e dei cantanti solisti all’interno della sinfonia è una novità assoluta.
Muore il 26 marzo 1827 a Vienna. Il suo funerale è grandioso e dimostra la fama e la considerazione artistica di cui godeva. Le scuole quel giorno vengono chiuse, e la salma è accompagnata al cimitero da 20.000 persone. Le opere di Beethoven rimangono un mito per tutto l’Ottocento e le sue sinfonie sono ancora oggi considerate l’essenza stessa della musica.
In conclusione, Beethoven compone nel corso della sua vita 9 sinfonie, 5 concerti per pianoforte, concerto per violino, triplo concerto per violino, violoncello e pianoforte e musica da camera (32 sonate per pianoforte e 18 quartetti per archi). Scriverà anche un melodramma, il Fidelio, e una Messa solenne.